LAST Sicilia

L.A.S.T. SICILIA
Laboratorio Agricolo Sostenibile Tessile Sicilia

Il settore della moda è strettamente legato a questioni ecologiche e sociali: il consumatore è sempre più attento ai processi produttivi, per assicurarsi che le imprese rispettino l’ambiente e le persone.
Questa attenzione ricade su tutti i livelli della filiera tessile: per esempio, in fase di finissaggio e nobilitazione è molto importante adottare soluzioni che limitino l’utilizzo di acqua e di sostanze chimiche potenzialmente pericolose, perché l’industria tessile da sola è responsabile per il 20% del consumo idrico mondiale.

“La creatività, gli ideali e il coraggio della gioventù di tutto il mondo devono essere mobilitati per creare una collaborazione globale, al fine di realizzare uno sviluppo sostenibile e assicurare un migliore futuro per tutti.”

cotone organico
campo di cotone

Lo sviluppo sostenibile e la salvaguardia dell’ambiente e della biodiversità, per assicurare un migliore futuro per tutti, sono obiettivi da raggiungere a partire da principi proclamati dalle Nazioni Unite, dalla Comunità Europea, dallo Stato Italiano, dalle associazioni ambientaliste in innumerevoli Atti, Risoluzioni, Programmi di azione etc.

Facendo propri questi obiettivi Cotone Organico di Sicilia ha iniziato la sperimentazione e il reinserimento di varie piante tessili e di colorazione naturale, con lo scopo di creare dei progetti pilota che possano diventare una realtà agricola nel prossimo futuro.
Proponendosi di raggiungere un equilibrio tra esigenze dell’uomo e della natura e tra recupero delle tradizioni e metodi innovativi nella coltivazione agricola tessile.

Giugno 2023: nasce il Laboratorio Agricolo Tessile Sicilia “L.A.S.T. SICILIA” che metterà in campo i seguenti progetti:

Lino di Sicilia

Anno 2023
Istallazione primo ettaro sperimentale di lino tessile
Area di San Mauro Castel Verde in provincia di Palermo

Il lino è una fibra naturale estratta dal fusto della pianta di lino.
Una volta tessute, le fibre di lino sono più forti, fresche a contatto con la pelle e brillanti rispetto ad altre fibre tessili, ma si increspano facilmente creando spesso delle rughe.
L’uso del lino da parte dell’uomo risale all’anno 8000 ac, i tessuti in lino sono quindi tra i più antichi al mondo.
Oggi, a distanza di ben 8 mila anni, molti prodotti tessili vengono realizzati in lino: grembiuli, borse, asciugamani, tovaglioli, biancheria da letto, tovaglie, tende, copri sedie e abbigliamento uomo e donna.
Per evitare l’effetto “increspato” tipico di un tessuto in 100% lino, viene spesso miscelato con altre fibre naturali come il cotone.

La pianta di lino cresce in due distinte forme: lino per fibre tessili e lino per il settore alimentare (olio, semi, etc).

Uno dei punti dolenti è che non c’è un metodo di raccolta del lino che massimizzi sia la qualità della fibra tessile, sia la resa di fibre e semi.
Per ottenere fibre di lino di qualità utilizzabili nella moda, è infatti necessario effettuare il raccolto prima che la pianta sia completamente matura, il che si traduce in semi e olio di qualità inferiore.

Al contrario, se la raccolta viene effettuata dopo la maturazione, si ottiene il miglior olio, ma la qualità della fibra tessile si deteriora.

Questo fattore determina la coltivazione di due tipologie di piante di lino. La varietà adatta per i semi di lino viene coltivata principalmente per estrarre l’olio altamente nutriente del seme. Questa varietà di pianta è più corta e produce molti rami secondari, il che aumenta la resa dei semi.

La varietà di pianta di lino che tende a diventare più alta e con meno rami viene coltivata per ottenere le fibre tessili di lino, che sono estratte dal lungo fusto della pianta. Le fibre di lino vengono prima filate e poi tessute. Più alta è la pianta di lino, più lunghe saranno le fibre tessili estratte, maggiore sarà la resa per ettaro di terra.

Pianta di lino

Guado Spontaneo / Indigo

Istallazione ed estrazione in biologico del colore naturale Indago

Il guado (Isatis tinctoria L.), pianta tintoria utilizzata fin dall’antichità per la produzione dell’indaco, pigmento di colore blu ottenuto dalle foglie, appartiene alla flora spontanea della Sicilia, dove regala vistose fioriture di colore giallo vivo (foto di copertina) in primavera nei campi abbandonati e lungo le strade.
La coltivazione della pianta perse importanza all’inizio del 1900, a causa della produzione di indaco sintetico.

Recentemente, la crescente domanda di coloranti naturali per tessuti ha incoraggiato ancora una volta qualche caso di rinnovato interesse alla coltivazione.

Fin dal passato erano conosciute le proprietà medicinali di questa specie, i cui semi contengono oli essenziali utilizzati per produrre cosmetici idratanti.
La multifunzionalità della coltura ha spinto la curiosità di diversi ricercatori che l’hanno studiata più di recente come fonte di composti anti-infiammatori e di precursori di anti-tumorali.
L’uso alimentare in realtà non era diffuso in passato e ad oggi se ne conosce l’utilizzo solo nelle comunità rurali del territorio etneo, dove le giovani infiorescenze (“taddi”, “giummi” o “brucculeddi”) di “cavulucarammu” vengono raccolte ancora in boccio (foto 1 e 2) per essere consumate lessate e condite con olio e limone o come ingrediente di frittate.
Il guado appartiene alla famiglia delle Brassicaceae, che comprende specie alimentari ricche in composti utili per la salute dell’uomo basti pensare al cavolfiore, al cavolo broccolo, cavolo rapa, cavolo nero, rucola, ecc.

pianta di guado spontaneo
logo Cotone Organico Sicilia

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